Leggendo le storie degli altri 6 Papi che hanno abbandonato il pontificato mi rendo conto che quello di Ratzinger è il primo vero abbandono consapevole e apparentemente non derivante da motivazioni o eventi esterni alla Chiesa.
I primi 3, infatti, sono stati costretti alla rinuncia a causa delle persecuzioni contro i cristiani (siamo nel I millennio); il 4° - Benedetto IX - è stato un papa "sui generis": eletto papa, pare, all'età di 12 anni, fece una vita dissoluta, fu Papa per ben 3 volte e rinunciò al papato per sposarsi. Insomma a occhio direi nessuna analogia con Benedetto XVI. Il 5°, Gregorio XII, abbandonò il pontificato in seguito alle vicende legate al doppio papato, Romano e Avignonese, per favorire la riunificazione delle due sedi.
Qualche somiglianza col caso di Celestino V la si può trovare, tuttavia la figura di Pietro da Morrone, monaco eremita catapultato improvvisamente al soglio pontificio da cui si allontana, facendo il "gran rifiuto", per tornare alla tranquillità del suo eremo, non può essere paragonata a quella di un vescovo che è Cardinale dal 1977 e da allora ha vissuto in Vaticano ricoprendo diversi incarichi di prestigio e responsabilità: insomma non certo uno sprovveduto!.
Tutto ciò mi porta a concludere che il gesto di Ratzinger è del tutto inedito e certamente rivoluzionario nella millenaria storia della chiesa cattolica.
Ciò può significare solo due cose: o il papa (e i suoi consiglieri più stretti, perchè una decisione simile deve averla certamente condivisa con qualcuno) ha voluto consapevolmente mettere in atto un gesto rivoluzionario che cambierà per sempre la concezione del papato, creando un precedente davvero di portata storica, oppure dietro al suo ritiro ci sono delle ragioni che noi comuni mortali non possiamo conoscere, ma di una portata tale da indurre il papa ad un gesto così estremo. Fare delle ipotesi risulta del tutto azzardato e privo di qualsiasi razionalità, perciò non possiamo fare altro che attendere gli eventi.